Cosa è la mobilità sanitaria passiva

Nel contesto della sanità pubblica italiana, si parla spesso di mobilità sanitaria, un fenomeno che riflette le differenze tra regioni nella qualità e nell’accessibilità dei servizi sanitari. In questo scenario, un ruolo chiave è svolto dalla mobilità sanitaria passiva, una condizione che riguarda centinaia di migliaia di cittadini ogni anno. Ma cosa significa mobilità passiva? Come funziona? E cosa comporta per i pazienti e per il sistema sanitario?

Mobilità sanitaria passiva: definizione

La mobilità sanitaria passiva si verifica quando un cittadino residente in una determinata regione italiana si sposta in un’altra regione per ricevere cure mediche. In questo caso, la regione di residenza del paziente, che non ha erogato il servizio, deve rimborsare la regione che lo ha fatto.

In termini semplici, è “passiva” la regione che perde il paziente e deve pagare per le cure ricevute altrove. Questa situazione si traduce in un costo economico per il sistema sanitario regionale e, spesso, in un indicatore di inefficienza o carenza di offerta sanitaria locale.

Perché i pazienti si spostano?

I motivi che spingono un paziente a spostarsi dalla propria regione di residenza per ricevere assistenza sanitaria sono molteplici:

  • Mancanza di strutture specializzate per determinate patologie;
  • Lunghi tempi di attesa per esami, interventi o visite;
  • Scarsa fiducia nella qualità dell’assistenza locale;
  • Necessità di accedere a centri di eccellenza presenti solo in alcune regioni (spesso del Nord Italia).

In particolare, le regioni del Sud Italia registrano il maggior numero di casi di mobilità sanitaria passiva, con un conseguente deflusso di risorse economiche verso il Nord.

Come funziona il rimborso tra regioni

Il sistema sanitario nazionale prevede un meccanismo di compensazione economica tra le regioni. Ogni anno, le Regioni si scambiano dati sulle prestazioni sanitarie erogate a cittadini non residenti. Alla fine del processo, si calcola un saldo:

  • Le regioni che hanno accolto più pazienti (mobilità attiva) ricevono un rimborso.
  • Le regioni che hanno “perso” pazienti (mobilità passiva) devono pagare.

Questo meccanismo ha un impatto importante sui bilanci regionali e rappresenta un termometro dell’efficienza sanitaria territoriale.

Le conseguenze della mobilità passiva

La mobilità sanitaria passiva ha ripercussioni su più livelli:

  1. Perdita economica: le regioni meno attrattive devono destinare risorse ai rimborsi anziché investirle localmente.
  2. Impoverimento del sistema sanitario locale: meno pazienti significa meno esperienza per gli operatori e meno incentivi al miglioramento.
  3. Disuguaglianza sociale: non tutti i cittadini possono permettersi viaggi, soggiorni e spese accessorie per curarsi altrove, con un impatto negativo sull’equità del sistema.

Malattie rare e mobilità passiva

Il fenomeno è particolarmente critico nel caso delle malattie rare. A causa della natura complessa e della bassa diffusione di queste patologie, spesso i centri di riferimento si trovano solo in poche regioni italiane. Di conseguenza, molti pazienti devono affrontare lunghi viaggi per ricevere cure adeguate, generando mobilità passiva nella loro regione di origine.

Questo implica:

  • Costi elevati non sempre coperti dal Servizio Sanitario;
  • Frammentazione del percorso di cura;
  • Necessità di un supporto specifico, come rimborsi per trasporto e alloggio, o la presenza di servizi digitali e informativi che orientino i pazienti.

Cosa si può fare?

Contrastare la mobilità passiva non significa limitare il diritto dei pazienti a scegliere dove curarsi, ma potenziare l’offerta sanitaria locale per evitare che lo spostamento sia una necessità.

Alcune azioni possibili:

  • Investire in strutture sanitarie locali e nella formazione degli operatori;
  • Creare reti cliniche regionali e interregionali per la gestione di patologie complesse;
  • Migliorare l’accesso alle informazioni su prestazioni disponibili sul territorio;
  • Garantire trasparenza sui tempi di attesa e sugli esiti clinici.

Conclusione

La mobilità sanitaria passiva è un fenomeno che riflette le disuguaglianze territoriali del nostro sistema sanitario. Ridurla significa investire sulla qualità, sull’accessibilità e sulla fiducia dei cittadini verso le strutture sanitarie del proprio territorio. È una sfida strategica per un Servizio Sanitario Nazionale più equo, efficace e sostenibile.